Dynamic Pricing e Big Data, il prezzo su misura per te

 

Algoritmi. Ancora loro. Devono segnalare tempestivamente mutamenti della domanda e dell’offerta (soprattutto dei prezzi) della concorrenza. Questi algoritmi consentono anche di aggregare le informazioni rilasciate dagli utenti sui canali social. Insomma: profilare i comportamenti tramite tecnologie di web analytics per indicare a ciascuno prezzi differenti in base a criteri di personalizzazione; è possibile effettuare analisi in modo completamente automatico in tempo reale.

Il dynamic pricing è un tema ben noto agli addetti ai lavori, infatti, ormai da tempo, ci si trova a dover far fronte ad oscillazioni tariffarie anche considerevoli. Ma non sempre chi acquista biglietti aerei o pernotti, conosce a fondo questo meccanismo. Anche se ci sono delle contromosse.


Grazie alla digitalizzazione, anche per il pricing dinamico si aprono opportunità decisamente maggiori. La parola magica è big data.

La leva del prezzo dinamico all’interno del marketing mix, sostiene il fatturato (e quindi l’utile) molto più della sola corsa disperata al massimo riempimento. Sono diversi gli studi che sostengono questa tesi, non ultimo quello della BCG, secondo cui molti imprenditori del mondo del turismo e dei viaggi, sottovalutano il potere del dynamic pricing.

 

In base ai dati di quest’ultima ricerca, l’85% degli intervistati si aspetta dal pricing & revenue management una crescita dei ricavi di almeno il 2%. Un responsabile su cinque ritiene possibile invece un incremento superiore all’8%. Ma un utilizzo corretto di questo strumento consente di aumentare le entrate del 10%. Miliardi di euro per una compagnia aerea o per una destinazione, milioni per una struttura ricettiva ben organizzata.

Il contesto economico particolare, vede l’industria turistica lottare con prezzi sempre più sotto stress, a causa sia della concorrenza serrata, sia delle abitudini dei potenziali turisti, soprattutto per quanto riguarda il confronto delle tariffe (ciò non è valido per tutti i segmenti di mercato).

 

Una tendenza che, nel caso di una eccessiva corsa al ribasso, potrebbe ridurre sensibilmente i benefici derivanti da un alto load factor (quindi, dal margine di contribuzione).

Le strategie che massimizzano i ricavi (per passeggero/ospite) combinano il tasso di riempimento (load factor) e il prezzo medio, portando più valore (utile) di quelle che si concentrano solo sul load factor. Questa valutazione può e deve essere applicata a tutti i settori che fanno “il tutto esaurito”, come compagnie aeree, hotel, compagnie crocieristiche e non ultime, le destinazioni.

Il video delle Iene? Mezze verità e luoghi comuni.

 

 

Posted on 13 Febbraio 2019 in Big Data, Destinazioni, Incoming, Journal, News

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About the Author

Pierluigi Polignano. Economista del Turismo, fondatore di "Made in Puglia®"

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