Nei primi undici mesi del 2018, con 208,5 milioni di presenze straniere nelle strutture ricettive (+1,8%) l’Italia si conferma seconda in Europa davanti alla Francia (134,7 notti, +5,7%) e dietro alla Spagna (287,8 milioni, -1,6%). I transiti nei nostri aeroporti sono aumentati del 7,2% toccando quota 121 milioni di passeggeri.
La spinta viene soprattutto dal turismo culturale, infatti le statistiche del Ciset parlano di 55 milioni di visitatori che durante il 2018, hanno affollato i nostri musei, monumenti storici e siti archeologici, un +11% rispetto al 2017 con una relativa crescita anche degli introiti (+18%) generando 21 miliardi di euro.
Una crescita che, però, non è omogenea su tutto il territorio nazionale, né strutturale, infatti per il Sud, la spesa degli stranieri rappresenta solo il 15% del totale.
Altro motore dell’inbound italiano è il turismo enogastronomico, che continua la sua corsa e si conferma uno dei principali asset.
Le cifre sono quelle della seconda edizione del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2019, redatto dalla World Food Travel Association e dall’Università degli Studi di Bergamo.
Nel 2018 questo valore è ulteriormente cresciuto: il 45 per cento dei turisti italiani, negli ultimi tre anni, ha svolto un viaggio con questa specifica motivazione e come spiega l’autrice del rapporto, Roberta Garibaldi, “aumenta anche la fruizione di esperienze a tema enogastronomico, indipendentemente dalla tipologia di soggiorno scelta”.
Fra le più popolari troviamo le degustazioni di prodotti tipici, visitare un mercato (82%) e il recarsi in bar e ristoranti storici (72%).
Grande interesse suscitano le esperienze di visita ai luoghi di produzione, con in primis le aziende agricole (62%) che registrano un tasso di curiosità maggiore rispetto alle cantine. Sarà per via della Travel Guilt?
“I trend del futuro si decidono prenotando un aereo”. Sembra un’affermazione eccessiva, ma per capire l’importanza dei dati, e di conseguenza dei flussi turistici, basta leggere gli ultimi dati pubblicati dal WTTC, il World Travel & Tourism Council: secondo le stime, il turismo contribuisce all’economia globale con 8,8 trilioni di dollari, e con una crescita del +3,9%, superiore, per l’ottavo anno di fila, all’incremento del prodotto interno lordo mondiale, fermo al +3,2%.
Con risultati del genere, non sorprende che l’attenzione verso il settore sia sempre crescente e soprattutto improntata al futuro e al rapporto con le nuove tecnologie molto più che in altri ambiti.
Mentre in Italia siamo fermi ai pro e contro TAV, il resto del mondo parla di Hyperloop, un’ipotesi ultratecnologica per il trasporto ad altissima velocità (circa 1200 km orari) di passeggeri e merci all’interno di capsule che viaggiano in tubi a bassa pressione. Un futuro che sembra più vicino del previsto: l’anno scorso la Cina ha annunciato un accordo con la società californiana Hyperloop Transportation Technologies (HTT) per la costruzione di un primo tracciato ferroviario di prova lungo dieci chilometri. Dubai invece, lo inaugura il prossimo anno.
Quanto siamo bravi e belli. Intanto viviamo di rendita.