Gli anni bui delle start up italiane del turismo

Un mercato in espansione, ma con pochi fondi. È quello delle startup del turismo, che resta ancorato alla ricerca dei finanziamenti.

Impresa non sempre facile e che sta portando diverse realtà a trasformare il proprio business da b2c a b2b, per garantirsi la sopravvivenza.

Quali possibilità?
La prima è costituita dalle ‘call for idea’, aperte da enti pubblici o privati, ma anche da istituti universitari, cui è possibile presentare il proprio progetto per accedere a finanziamenti speciali.

La seconda riguarda i bandi, di ricerca fondi pubblici o dedicati al finanziamento di attività imprenditoriali. In Italia, particolarmente utile su questo fronte è il portale StartUp, sviluppato da Italia Startup e Warrant Group e dedicato alle opportunità lanciate dal Mef (Ministero dell’Economia e delle finanze) e dalla UE.

La terza via è rappresentata dal crowdfunding, ovvero dalle campagne di raccolta fondi online tramite piattaforme dedicate, quale è ad esempio Kickstarter, ma ce ne sono di diverse.

Sta quindi ad ogni impresa innovativa trovare la strada più consona alle proprie esigenze, per sopravvivere in un mercato che si fa sempre più affollato.

L’idea innovativa è importante, ma non basta”. Un mercato non ancora saturo, in cui la barriera di ingresso è più alta, perché gli attori che innovano sono tanti e forti”.

Non proporre servizi dedicati a mercati locali, attira gli investitori e rende più facile la scalabilità.

Posted on 14 Settembre 2016 in Journal, News

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About the Author

Pierluigi Polignano. Economista del Turismo, fondatore di "Made in Puglia®"

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