Turismo cinese: la corsa infinita

Non si ferma la corsa dell’outbound cinese, che anche nel 2016 è cresciuto del 12% in termini di spesa, generando un giro d’affari di ben 261 miliardi di dollari. Un exploit garantito anche dall’aumento dei viaggiatori dell’ex Celeste impero verso destinazioni estere, il cui numero è salito di un ulteriore 6% fino a quota 135 milioni. Il paese del Dragone conferma insomma il proprio ruolo di principale mercato mondiale della domanda turistica internazionale. Un primato conquistato già nel 2012, grazie a una crescita delle spese turistiche in doppia cifra percentuale che prosegue ininterrotta ormai da 13 anni. A beneficiare dell’outbound cinese sarebbero soprattutto alcune località dell’area Asia-Pacifico, tra cui il Giappone, la Corea e la Tailandia, ma anche diverse mete a lungo raggio come gli Stati Uniti e molti paesi europei. Il 2016 è stato peraltro testimone di una crescita sensibile delle spese generate da tutti i cinque mercati principali dell’outbound globale. Oltre alla Cina, anche gli Usa hanno infatti registrato uscite turistiche in aumento (+8% fino a 122 miliardi di dollari), così come la Germania (+5%; 81 miliardi), il Regno Unito (+7%; 70 miliardi) e la Francia (+7%; 41 miliardi). Tra gli altri bacini della domanda turistica internazionale, si segnalano inoltre le ottime performance del Vietnam (+28%), dell’Argentina (+26%), dell’Egitto (+19%), della Spagna (+17%) e dell’India (+16%), nonché di Israele e Ucraina (entrambe a +12%). In difficoltà, per contro, si trovano ancora alcuni paesi esportatori di materie prime, soprattutto Russia e Brasile.

Posted on 24 Aprile 2017 in Destinazioni, Incoming, Journal, News

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Pierluigi Polignano. Economista del Turismo, fondatore di "Made in Puglia®"

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