L’home sharing conquista terreno

L’home sharing piace e il 48% degli italiani ha già utilizzato il servizio o desidera utilizzarlo in futuro. Una percentuale significativa quindi, così come quella del 26% che indica la preferenza del servizio sulle tradizionali strutture ricettive.

Dati riconducibili alla ricerca condotta da Allianz Global Assistance in collaborazione con l’istituto di ricerca Nexplora, che conferma l’espansione del fenomeno di affitti di breve durata di case o camere appartenenti a privati, manifestando anche la preferenza della soluzione da parte dei ragazzi: il 52% dei giovani tra i 25 e i 34 anni hanno già usufruito dell’home sharing, o comunque contano di farlo presto. Gli over 65 invece, rappresentano una fetta di mercato pari al 34%. A giocare un ruolo fondamentale anche l’aspetto economico, con il 75% degli intervistati che considera il servizio più economico.

Dall’indagine è emerso anche che il 57% del campione sceglierebbe l’affitto di breve durata per una meta europea, contro il 36% che invece lo desidererebbe per un viaggio in Italia e il 7% per un’uscita fuori dal continente europeo.

Ma quali sono i migliori siti di consultazione e prenotazione?

In rapida rassegna c’è senza dubbio da segnalare Homestay, piattaforma per vivere l’esperienza di viaggio con una famiglia locale. Presente in 150 Paesi, con oltre 50mila annunci.

Coachsurfing. Quasi tutto è partito dal sito che permette di ospitare i viaggiatori su divani e poltrone: 12 milioni di membri in più di 200mila città del mondo;

Love Home Swap, che è invece più precisamente un portale per scambiarsi la casa attivo ormai da quattro anni. Raccoglie 75mila proprietà in 160 Paesi, Italia inclusa. Si sceglie e si scambia l’abitazione direttamente o tramite un sistema interno di crediti. C’è tuttavia da pagare, come in alcuni altri casi seguenti, un abbonamento annuale dopo un breve periodo gratuito di prova.

Sulla stessa linea del precedente è anche Home Exchange, anche questo dalla lunga storia (nacque nel 1992 come guida cartacea). Al momento offre 65mila annunci in 150 Paesi e milioni di scambi ogni anno.

BedyCasa (50mila proposte, una community da 260mila utenti) torna invece a puntare sull’ospitalità degli autoctoni: operativo dal 2007 grazie alla francese Magali Boisseau Becerril, sembra più orientato verso studenti e persone in viaggio per lavoro in cerca di soluzioni economiche.

Di Airbnb si è già detto tutto, mentre di taglio completamente diverso è invece Culture Go Go: si basa sul meccanismo dello scambio di competenze. In particolare sull’apprendimento della lingua inglese. Ospiti in casa un madrelingua inglese, fai conversazione, impari la lingua e in cambio offri vitto e alloggio. Sta crescendo molto in Spagna, America Latina e anche in Italia. L’anno prossimo si allargherà a Europa e Asia.

Una piattaforma molto utile, che raccoglie annunci dai principali siti di scambio e condivisione di case e stanze, è infine Tripping: basta un clic.

Posted on 13 Maggio 2017 in Incoming, News

Share the Story

About the Author

Pierluigi Polignano. Economista del Turismo, fondatore di "Made in Puglia®"

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to Top