De-sta-gio-na-li-zza-zio-ne!

Con l’arrivo di settembre, come ormai da molti anni, sento sempre la stessa parola rimbombare: Destagionalizzazione.

La vecchia sfida del turismo italiano torna in auge quest’anno: attrarre e incrementare i flussi turistici fuori stagione, una macchina da soldi che fa ancora fatica ad ingranare, soprattutto in Puglia.

Secondo dati Coldiretti, c’è già una quota di 3,5 milioni di italiani che ha scelto giugno per la quiete e i prezzi scontati rispetto ai picchi di alta e altissima stagione.

L’obiettivo è attivare un meccanismo simile dal 31 agosto in poi, con pacchetti ad hoc di prezzi vantaggiosi e servizi integrati per i visitatori che decidono di raggiungere coste, città d’arte e località montane con uno o più mesi di “ritardo” rispetto al periodo di maggiore intensità.

Fioccano iniziative in tutta Italia; Ad Ischia, ad esempio, Federalberghi e la compagnia di navigazione Medmar hanno rinnovato per il quarto anno consecutivo la propria offerta di tariffe scontate per i flussi di turisti da ottobre in poi: traghetto a 70 euro (-40%), andata e ritorno, per i visitatori che soggiornano in hotel sull’Isola per almeno due notti. La Regione Campania ha investito 800mila euro per il Metrò del Mare, un servizio di collegamenti marittimi tra il Cilento e mete ambite dai turisti stranieri (e italiani) come la costiera amalfitana e Capri.

Il Trentino-Alto Adige invece, ha sviluppato un’offerta che va dai centri benessere agli itinerari di degustazioni enologiche e turismo rurale; la Sardegna ha messo sul banco 6 milioni di euro nel solo 2016 per investimenti sul canale aeroportuale: gli scali sardi saranno utilizzati come «vetrina» per guidare i turisti alla scoperta di destinazioni alternative a quelle legate al turismo balneare

Al di là della promozione, però, la strategia dovrebbe reggersi su principi ben definiti: la diversificazione del “prodotto”, la differenziazione dei prezzi e l’applicazione rigida del marketing mix in relazione al segmento di mercato. STOP!

In Puglia questo non è avvenuto, è evidente.

L’instabilità politica mediterranea sta incrinando il business di concorrenti decisivi, come l’Egitto, la Turchia, la Tunisia, in favore di mete giudicate non a rischio: Grecia, Spagna e soprattutto Italia. Il 2015 si è chiuso con un incremento di arrivi internazionali del 4,4%, con 50,7 milioni di arrivi e introiti per l’equivalente di quasi 40 miliardi di dollari.

Destagionalizzare quindi?

Posted on 22 Agosto 2016 in Destinazioni, Incoming, News, Puglia

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Pierluigi Polignano. Economista del Turismo, fondatore di "Made in Puglia®"

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