Italia, frenata del lusso: arriva la classe media

Un andamento prevedibile, di cui erano già arrivati i primi segnali. I turisti che visitano l’Italia sono cambiati profondamente negli ultimi vent’anni, e tenderanno a cambiare ancora. Motori del cambiamento, ancora una volta, i vettori low cost.

A loro, infatti, si deve la ‘democratizzazione’ dei viaggi, e il merito di aver reso possibile a strati ampi della popolazione di visitare altri Paesi. Ma la conseguenza, inevitabile, è la trasformazione del turismo inbound in un prodotto di livello più contenuto, che deve rispondere a budget sicuramente più ristretti.

Un fenomeno che, se fino al 2015 era riservato al mercato continentale, ora rischia però di coinvolgere anche il long haul, con l’apertura di nuove rotte che promettono di collegare le destinazioni overseas a prezzi low cost.

Il vantaggio, sarà, sicuramente, aumentare il numero degli arrivi. Ma il rovescio della medaglia è evidente, e inizia a prefigurarsi fin da ora: il segmento luxury inizia a soffrire e deve trovare al più presto alternative convincenti, pena l’estinzione.

A gettare una luce inaspettata sulle nuove tendenze è l’Osservatorio Altagamma, durante il quale sono stati presentati i dati Global Blue sugli acquisti Tax Free in Europa.
Il 2016, dopo anni di crescita continua, mostra uno stop. Le vendite tax free in Italia, nei primi 9 mesi di quest’anno, sono calate dell’11%. Ma non stanno meglio Francia e Germania, che fanno registrare un secco -21 per cento ciascuna. A gettare una luce sulle cause del calo è Pier Francesco Nervini, coo North & Central Europe e global account di Global Blu: “Il rallentamento del 2016 è riconducibile principalmente al calo dei turisti cinesi, una diminuzione motivata dall’indebolimento dei tassi di cambio verso l’euro, dal rallentamento dell’economia interna e dalla paura di attacchi terroristici”.

Ma Nervini approfondisce: “L’introduzione di viaggi low cost verso il vecchio Continente ha portato sì una nuova categoria di viaggiatori verso il nostro Paese, ma con una minore disponibilità di spesa. Questo ha comportato un calo delle transazioni tax free e anche del loro valore medio”. Un dato che, se per ora vale per i mercato orientali, apre possibili nuovi scenari anche per gli altri bacini overseas.

Le previsioni, però, sono ottimistiche. “Stimiamo – dice Nervini – che potrebbero esserci dei segnali di ripresa a partire dal 2017 tra il 2% e il 4% e l’Italia in questo panorama si pone bene perché ha importanti elementi di attrattività. È fondamentale che ci sia nel nostro Paese un ritorno dei turisti russi con i quali in passato abbiamo avuto un rapporto speciale e hanno influito positivamente sulla nostra economia. Siamo sostanzialmente in una fase di caos. Chi sarà bravo, nonostante questo periodo di transizione, riuscirà a cavalcare il trend positivo che si prospetta”.

 

Fonte: TTG Italia

Posted on 23 Ottobre 2016 in Destinazioni, Incoming, Journal, MICE

Share the Story

About the Author

Pierluigi Polignano. Economista del Turismo, fondatore di "Made in Puglia®"

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to Top